I miei lettori

lunedì 29 dicembre 2008

Buon 2009!


Auguro a tutti voi un 2009 ricco di matematica: addizionando il piacere, sottraendo il dolore, moltiplicando la felicità e dividendo l'amore con le persone a voi piu care. Con affetto Peppe.
Riflessione "Ricordati che non s'ingrassa da Natale a Capodanno, ma da Capodanno a Natale". Anonimo
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domenica 28 dicembre 2008

Non c'è più rispetto!

Non c'è più rispetto neanche fra di noi, diceva una vecchia e bellissima canzone di Zucchero, ma proprio per nessuno direi ancora oggi. Sei sul treno o sul pullman e nessuno cede il posto ad un anziano rimasto in piedi, non si da la precedenza, si manca di galanteria e si è soprattutto scorbutici. Ieri sabato, mia moglie, tuttora in gestazione, si accorge che le pillole contro le contrazioni dell'utero sono terminate, andiamo di corsa, poco prima della chiusura in farmacia, l'unica di turno della nostra città, poiché in giornata prefestiva, e non ci resta che constatare la visione di una lungha ed interminabile fila in attesa dietro il bancone di almeno 80 persone, si sa che a fine anno tutti si ammalano (galeotta l'influenza!!!), ebbene io, che nel frattempo bado ai miei figli, dico alla mia signora di entrare, dando per scontato che la gente alla vista di un pancione difficile da non notare per le sue dimensioni avrebbe fatto passare avanti mia moglie per rispetto; ma  manco con l'anticamera che l'hanno fatta passare avanti, anzi solo alla fine, dopo mezz'ora di attesa, un anziano che se ne accorto, le ha fatto cenno di proseguire avanti. E poi dicono che vogliono fare anche i parcheggi con le strisce rosa, sicuramente tali posti saranno occupati da tutti, fuorché dalle donne gravide. La vera ed amara e cruda realtà è quella che non ce ne frega di niente e di nessuno, poiché il nostro egoismo ha preso il completo dominio su tutti!

Riflessione: "Si apprende più facilmente e ci si ricorda più volentieri di ciò che stimola il senso del ridicolo che di ciò che merita stima e rispetto".  Orazio Flacco

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lunedì 22 dicembre 2008

Buon Natale!!!


Si avvicina il Natale, il giorno più bello e magico dell'anno. Tutto si colora di oro e d'argento, e tutto intorno si illumina di mille luci. Il mio augurio è quello di accendere una luce nel cuore di chi ci sta intorno e di colorare la vita delle persone tristi e meno felici, magari regalando un sorriso sincero agli amici e donando un abbraccio caloroso a chi amiamo. Buon Natale a tutti voi ed alle vostre famiglie!
Riflessione: “Ho sempre pensato al Natale come ad un bel momento. Un momento gentile, caritatevole, piacevole e dedicato al perdono. L’unico momento che conosco, nel lungo anno, in cui gli uomini e le donne sembrano aprire consensualmente e liberamente i loro cuori, solitamente chiusi.”  C. Dickens
P.S.: Peppe si prende una pausa, sicuro che non vi dimentichiate di lui e vi da appuntamento alla prossima settimana. Ciao cari!

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sabato 20 dicembre 2008

Ridatemi i pini!

Si parla tanto di salvaguardia dell'ambiente e della natura, poi dietro l'angolo di casa tua ti accorgi che gli alberi di pino che sono cresciuti con te nella tua vita, divenuti col tempo mastodontici e spettacolari a vedersi, sono stati sradicati, perché le loro radici, spandendosi in larghezza e non in profondità, hanno causato il sollevamento del manto bituminoso e lo spostamento di certi segmenti di marciapiede. Ora se ne sono accorti? Mi domando e dico, sapendo che l'iter biologico di queste piante si conosce da sempre, perché non hanno impiantato, a suo tempo, altre specie di arbusti le cui radici, successivamente, non avrebbero arrecato "danni urbani", piuttosto che estirpare, dopo anni di crescita questi pini meravigliosi, divenuti con la loro crescita parte integrante dell'area urbana, un punto d'appoggio per gli uccellini e soprattutto una gradevole zona d'ombra durante l'estate? Non ho parole!
Riflessione: "Un albero geme se lo tagliano, un cane guaisce se lo picchiano, un uomo cresce se lo offendono". J. Saramago
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domenica 14 dicembre 2008

A Vincenzo.

La vita ogni giorno ci mette di fronte ad eventi molto duri da accettare, proprio ieri si è spento, serenamente confortato dall'affetto dei suoi cari, dopo una grave malattia diagnosticata da pochi mesi,  un mio caro amico d'infanzia, di appena anni 33, un ragazzo dalle doti tutte eccezionali: buono, umile, disponibile, sorridente (per descriverlo le parole non hanno fine). Sono profondamente addolorato per questa perdita e sicuramente voi amici  internauti potete sicuramente comprendere il mio stato d'animo, poiché sicuramente a ciascuno sarà toccato, chi più, chi meno, di vivere tale esperienza. In certi momenti ci si richiedono tante risposte a tante domande, soprattuto il perché vanno via sempre i migliori, una cosa è certa non ci diamo mai pace, poiché la morte è difficile da accettare. Ora non mi rimane che continuare a vivere, come sempre, confortato dal suo ricordo: Vincenzo grazie per l'esempio di vita che hai dato e grazie per quello che sarai, addio! 
Riflessione: "La vita non è niente senza l'amicizia." Marco Tullio Cicerone
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venerdì 12 dicembre 2008

Il nuotatore di Giovanni Allevi

La vita è una piscina e noi all'interno di essa siamo nuotatori: mi sento nuotatore, bracciata dopo bracciata, incontro tante difficoltà, ora sono stanco, ora sono forte, ma finché vivo, io nuoto e finché nuoto nulla è finito, coraggio su nuota anche tu e non rimanere fermo a galla!

Riflessione: "La vita non è che la continua meraviglia di esistere!" R. Tagore

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giovedì 11 dicembre 2008

Costruiamo l'arca di Noè.

Non so se la tanta acqua che sta cadendo ultimamente dalle mie parti sia una conseguenza della tropicalizzazione del territorio meridionale, tale cambiamento climatico, infatti, non ha fatto altro che portare, dopo il caldo afoso della lunghissima estate scorsa, piogge torrenziali di tipo monsonico. Oggi percorrevo con la mia autovettura una strada provinciale per accompagnare mia madre in un ospedale di un paese viciniore, altro ho potuto fare durante il tragitto, che constatare con i miei occhi l'allagamento di tutti i terreni circostanti ed anche delle strade asfaltate con il pericolo di incorrere, in più punti, nel c.d. aquaplaning. Non siamo proprio abituati ad affrontare simili emergenze, nel giro di pochissimi minuti di abbondante pioggia ti ritrovi quasi a dover prendere il gommone piuttosto che l'auto, ma al di là dell'ironia che sto usando, la situazione è abbastanza seria, anche perchè dopo queste piogge, si contano i decessi di persone morte non solo per incidenti causati dal mal tempo, ma anche per annegamento, come è accaduto oggi a Roma. Concludo partecipandovi una banalità che mi ha fatto riflettere: mio figlio oggi, spaventato da questo cattivo tempo mi ha detto se fosse opportuno, per fronteggiare ad un eventuale diluvio universale, costruire un'arca simile a quella di Noè. Eh, gli ho risposto, penso proprio di si!
Riflessione: "Una grande paura si supera con l'audacia". Lucano
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domenica 7 dicembre 2008

Un amore dolce e un dolce per amore: Pan del Ton.

La sua origine è milanese ma probabilmente le sue radici sono ancora più lontane legate al pane con miele, uva secche e spezie. Ci sono anche alcune leggende che vogliono la realizzazione di questo dolce intorno al 1400 e all'amore di Ughetto per Adalgisa. In occasione delle feste di fine anno, ogni Regione ha le sue specificità, ma ci sono alcuni protagonisti indiscussi di queste ricorrenze e tra questi, indubbiamente, i dolci. Panettone, pandoro, panforte e torrone non possono mancare qualsiasi sia il luogo dove si consumino i tradizionali pasti e fasti legati alle festività. L'origine del panettone è milanese. Indubbiamente questo dolce ha radici lontane e tutte legate al pane arricchito con miele, uva secca e spezie. Come spesso accade per talune preparazioni gastronomiche entrate nell'immaginario collettivo, anche il panettone ha le sue leggende. C'è quella che vuole la realizzazione di questo dolce intorno al 1400 e all'amore di Ughetto, figlio del condottiero Giacometto degli Atellani, per Adalgisa, figlia del panettiere Toni. Ughetto entrò nella bottega del panettiere e imparò il mestiere fino ad inventare un pane ricco di burro, uova, zucchero, cedro e aranci canditi. Il successo fu tale che, oltre all'amore, trionfò anche questo dolce che da allora prese il nome di "pan di Toni", arrivato ai giorni nostri come "panettone". Amore, ma non solo. Un'altra leggenda vorrebbe, invece, far risalire alla corte del duca Ludovico dove, per la vigilia di Natale, doveva essere preparato un nuovo dolce. Ma il forno bruciò la preparazione e il cuoco, per non sfigurare, seguì il suggerimento di un giovane di cucina, di nove - ovviamente Toni che consigliò di servire lo stesso il dolce, giustificando la bruciatura come una specialità "in crosta". Diverse le storie, medesimo il risultato. Una ghiottoneria che, pur subendo variazioni e divagazioni, rimane uno degli indiscussi protagonisti delle tavole natalizie.
Riflessione: «Coloro che vivono d'amore vivono d'eterno.» E. Verhaeren
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sabato 6 dicembre 2008

100º Post!!!

Ragazzi miei, quasi non ci credo, non me ne ero neanche accorto: ebbene, sono arrivato a scrivere il centesimo post, sono veramente soddisfatto, in neanche un anno dalla nascita di questo blog è un bel risultato. Spero, naturalmente, che la mia musa possa continuare ancora ad ispirarmi a postare tutto ciò che sia culturalmente interessante, divertente ed apprezzato, da essere messo al vostro attento giudizio. 
Riflessione: "In ogni attività la passione toglie gran parte della difficoltà". Erasmo da Rotterdam

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venerdì 5 dicembre 2008

Un amore cosi grande - Andrea Bocelli

Sento sul viso 
il tuo respiro, 
stringiti forte a me 
non chiederti perche', 
la sera scende gia' 
la notte impazziro' 
In fondo agli occhi 
tuoi bruciano i miei. 
Un amore cosi' grande 
un amore cosi' tanto 
caldo dentro e 
fuori intorno a noi 
un silenzio breve e poi 
la bocca tua 
si accende un' altra volta. 
Un amore cosi' grande 
un amore cosi' tanto 
caldo dentro e 
fuori intorno a noi 
un silenzio breve e poi 
in fondo agli occhi tuoi 
bruciano i miei. 
La sera scende gia' 
la notte impazziro' 
in fondo agli occhi tuoi 
bruciano i miei. 
Un amore cosi' grande 
un amore cosi' tanto 
caldo dentro e 
fuori intorno a noi 
un silenzio breve e 
poi la bocca tua 
si accende 
si accende un'altra 
volta.....
E poi la bocca tua 
si accende 
si accende un'altra 
volta per me.

Riflessione: "Ho sempre pensato che la musica dovrebbe essere solo lo staripare di un grande silenzio". M Yourcenar


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lunedì 1 dicembre 2008

Castel del Monte

Fra i tanti misteri che sono presenti nella nostra Italia ce ne è uno in particolare che mi affascina e che è presente proprio dietro l'angolo di casa mia: Castel del Monte, una delle tante residenze dell'imperatore Federico II di Svevia.

Riflessione: «Tutto è un enigma e la chiave di un enigma è un altro enigma.» R. W. Emerson


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sabato 29 novembre 2008

Colletta alimentare


La durezza del tempo presente colpisce ormai tutto il nostro popolo. La solitudine e la fragilità dei legami familiari e sociali rendono le persone ancora più povere, in uno scenario economico già allarmante. In questa situazione, il semplice gesto di carità cristiana, che è il condividere la propria spesa con il più povero, è come "accendere un accendino nel buio". L'estraneità e la paura sono sconfitte, può nascere un'amicizia che rilancia nella realtà col gusto di essere nuovamente protagonisti, sostenendosi nella quotidiana fatica del vivere.  (Tratto da www.il sole24 ore.com)

Riflessione: "L’unico modo di conoscere davvero i problemi è accostarsi a quanti vivono quei problemi e trarre da essi, da quello scambio, le conclusioni." E. Che Guevara
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giovedì 27 novembre 2008

I tanti nomi della.... e del....

 

Tanti nomi una sola certezza!

Riflessione: "In questo secolo il fallo diventa dottrinario" H. Michaux

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martedì 25 novembre 2008

Grazie a tutti voi!


Cari amici internauti, miei lettori, voglio ringraziare vivamente tutti voi che con il vostro affetto ed il vostro calore, da quando ho intrapreso questa fantastica avventura, state dando alla mia persona tanti stimoli positivi, non immaginavo che nella rete ci fosse tanta amicizia, i vostri commenti, le vostre mail, ma dico anche le vostre critiche, nelle quali mi dimostrate tanto affetto, tanta stima e vi complimentate con me, sono veramente un toccasana. Ringrazio anche quegli amici che a volte anche in forma privata in chat mi chiedono consigli e si sfogano come ad un grande fratello. Amici grazie di esistere! Vostro Peppe.

Riflessione: "L'amicizia raddoppia le gioie e divide le angosce a metà".  F. Bacone

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lunedì 24 novembre 2008

Cotognata


La cotognata è la marmellata di mele cotogne che viene preparata in tutta la regione Puglia sin dall’antichità. La mela cotogna ha un sapore molto acido e poco gradevole, ma è molto profumata: per questo non è adatta al consumo fresco, ma risulta molto indicata per la preparazione di marmellate, conserve e gelatine. Ve la consiglio è un ottimo dessert!

INGREDIENTI

- mele cotogne;
- zucchero, metà del peso delle mele;
- limone, almeno uno ogni 10 mele.

PROCEDIMENTO

Se le mele non sono integre, o sono danneggiate da ammaccature e bruchi, elimina le parti rovinate e tagliale in pezzi di dimensioni uniformi. Fai bollire le mele con la buccia, con il limone tagliato a fette, in acqua poco abbondante, fino a che la buccia non si screpola e la polpa si passa facilmente con una forchetta. Il limone serve a non far annerire la polpa, ed è meglio metterne di più che di meno. Una volta cotte, scolale, sbucciale e, se non lo hai fatto prima, falle a pezzetti eliminando il torsolo. Passale quindi al passaverdura (o frullale col frullatore a immersione). Pesa tanto zucchero quanto è la metà del peso delle cotogne, metti il passato di mele in una pentola, aggiungi lo zucchero e porta ad ebollizione, lasciando cuocere fino a quando la cotognata si addensa. Versa la cotognata ancora calda nelle forme, dandole uno spessore di 1-2 cm e lascia raffreddare al sole per circa una settimana, poi toglila dalle forme e fai asciugare completamente ancora per 24 ore. Per dare la forma alla cotognata possono essere usati stampi da budino, lisci o scannellati, piccoli stampini di vario tipo, purché non di alluminio. La cotognata può anche essere semplicemente tagliata in cubi e passata nello zucchero. Una volta asciutta si conserva in scatole di metallo o barattoli a chiusura ermetica. Avvolta in carta velina o cellophane e chiusa in scatole colorate è un ottima idea per un regalo originale e personalizzato.

Riflessione: "Si sa che il lavoro ha sempre addolcito la vita: il fatto è che non a tutti piacciono i dolciumi".  V. Hugo

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domenica 23 novembre 2008

Ancora niente!


Siamo nel pieno del periodo che preannuncia l'inizio dell'atmosfera natalizia ed al mio paese, almeno, non si vede un bel niente di tale tema, negli anni scorsi  si scorgeva qualcosa negli addobbi dei negozi e nello scenario delle strade comunali: sono sparite le stelle comete e gli alberi di natale,  solo nei supermercati si vedono panettoni, pandori, torroni e spumante, che nessuno ha ancora comprato: gli scaffali sono ancora perfetti ed i prodotti, su di essi esposti, in riga perfetta, come in un plotone militare. Che tristezza! Vuoi vedere che alla fine il 25 dicembre sarà un giorno normale come tutti gli altri? Maledetta crisi! 
Riflessione: "Onorerò il Natale nel mio cuore e cercherò di tenerlo con me tutto l'anno." C. Dickens

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sabato 22 novembre 2008

Il Guerin Meschino

All'inizio del 1400 le leggende venutesi a creare nel corso dei secoli intorno alla grotta del Monte della Sibilla quale luogo incantato, governato da una regina fatata, si diffondono non solo in tutta Italia, ma anche in Europa, specialmente in Francia e Germania, grazie al successo di un popolare romanzo cavalleresco: il Guerin Meschino di Andrea da Barberino. Il libro narra le vicende di un fanciullo di origine principesca chiamato Guerino che, ancora in fasce, venne rapito da una nave corsara e venduto ad un mercante di Costantinopoli. Qui, cresciuto alla corte dell'imperatore, dopo favolose vittorie in battaglie e giostre individuali, sullo sfondo storico delle guerre tra l'Impero Romano d'Oriente e i turchi invasori a cui si intrecciarono e si contrapposero le crociate, decise di andare alla ricerca della sua vera patria, dei suoi genitori e del suo nome. E fu così che a vent'anni iniziò il suo lungo peregrinare per il mondo, finché a Tunisi, il mago romito Calagabach non lo indirizzò alla fata Alcina che viveva in un regno fatato sui monti del centro Italia. Il Meschino, dopo un confuso viaggiare per il Mediterraneo giunse finalmente a Norcia, salì alla vetta del monte Sibilla e scese nella grotta, con l'intento di interrogare la fata sulle proprie misteriose origini. Ma nel romanzo la regina Sibilla incarna, contemporaneamente, sia il tradizionale ruolo di saggia profetessa, che quello di demoniaca seduttrice, secondo il ricorrente motivo dell'incantatrice del cavaliere avventuroso: così, nel bozzetto, splendide ancelle si fanno incontro al crociato nel tentativo di sedurlo con ogni mezzo, mentre la fata, distesa nella sua alcova, tiene in mano il cartiglio che cela la verità tanto cercata dal Meschino. La fata è esplicita, egli avrebbe saputo la propria origine solo passando per la via del peccato. Ma il Guerino illuminato dalla luce della fede non peccò e dopo sette mesi di permanenza, vanificato ogni tentativo, decise di uscire da quel magico regno. Dopo questa avventura Guerino si recò a Roma dal Papa a cercare quello che altrove non aveva trovato. Alla fine, non furono maghi o profetesse a rivelargli la sua vera identità, ma la fede in Dio, che lo condusse in Puglia a difendere re Guiscardo dai Saraceni. E qui liberati due vecchi prigionieri scoprì che erano Milone e la regina Fenisia: i suoi genitori.
Riflessione: "La storia è testimone dei tempi, luce di verità, vita della memoria, maestra della vita, annunciatrice dell'antichità". Cicerone
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giovedì 20 novembre 2008

"San Martino"


La nebbia a gl'irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale 
urla e biancheggia il mar;
va per le vie del borgo 
dal ribollir de' tini
va l'aspro odor de i vini
l'anime a rallegrar.
Gira su' ceppi accesi
lo spiedo scoppietando:
sta il cacciator fischiando
sull'uscio a rimirar
tra le rossastre nubi
stormi d'uccelli neri,
com'esuli pensieri,
nel vespero migrar.
Riflessione: "In autunno, il rumore di una foglia che cade è assordante perchè con lei precipita un anno". Tonino Guerra
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martedì 18 novembre 2008

"Il sabato del villaggio"


La donzelletta vien dalla campagna
in sul calar del sole,
col suo fascio dell'erba; e reca in mano
un mazzolin di rose e viole,
onde, siccome suole, ornare ella si appresta
dimani, al dí di festa, il petto e il crine.
Siede con le vicine
su la scala a filar la vecchierella,
incontro là dove si perde il giorno;
e novellando vien del suo buon tempo,
quando ai dí della festa ella si ornava,
ed ancor sana e snella
solea danzar la sera intra di quei
ch'ebbe compagni nell'età piú bella.
Già tutta l'aria imbruna,
torna azzurro il sereno, e tornan l'ombre
giú da' colli e da' tetti,
al biancheggiar della recente luna.
Or la squilla dà segno
della festa che viene;
ed a quel suon diresti
che il cor si riconforta.
I fanciulli gridando
su la piazzuola in frotta,
e qua e là saltando,
fanno un lieto romore;
e intanto riede alla sua parca mensa,
fischiando, il zappatore,
e seco pensa al dí del suo riposo. 

Poi quando intorno è spenta ogni altra face,
e tutto l'altro tace,
odi il martel picchiare, odi la sega
del legnaiuol, che veglia
nella chiusa bottega alla lucerna,
e s'affretta, e s'adopra
di fornir l'opra anzi al chiarir dell'alba.

Questo di sette è il più gradito giorno,
pien di speme e di gioia:
diman tristezza e noia
recheran l'ore, ed al travaglio usato
ciascuno in suo pensier farà ritorno. 

Garzoncello scherzoso,
cotesta età fiorita
è come un giorno d'allegrezza pieno,
giorno chiaro, sereno,
che precorre alla festa di tua vita.
Godi, fanciullo mio; stato soave,
stagion lieta è cotesta.
Altro dirti non vo'; ma la tua festa
ch'anco tardi a venir non ti sia grave.

Riflessione: "Acquista cosa nella tua gioventù, che ristori il danno della tua vecchiezza. E se tu intendi la vecchiezza aver per suo cibo la sapienza, adoprati in tal moda in gioventù, che a tal vecchiezza non manchi il nutrimento".  Leonardo da Vinci
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sabato 15 novembre 2008

Questo grasso grosso matrimonio pugliese.

Avete mai partecipato ad una festa di matrimonio in territorio pugliese? Se no, ci avete guadagnato sicuramente, se si, avete perso un sacco di soldi! Quando nella buca postale trovi un invito a tale festa lo riconosci subito dal suo particolare formato e dalla sua colorazione panna e direi che proprio di lì iniziano i problemi, poiché quell'invito ti altera e sfasa i progetti precedentemente pianificati: ora come faccio? Meglio avere un insoluto alla banca che essere invitato ad uno sposalizio; eh si, perché con l'invito iniziano le spese, l'acquisto dei vestiti, delle scarpe, degli accessori e quant'altro è riconducibile alla vestizione ed alla cura della persona (estetista, parrucchiere, lampade solari, etc). Il tutto dovrà essere rigorosamente nuovo e griffato, altrimenti cosa potrebbero dire gli altri invitati se magari ti presenti con abito già usato (in paese tutti conoscono l'inventario del tuo guardaroba). Dalle parti del nord barese infatti, lo sfarzo è a dir poco eccessivo, una festa di matrimonio è una vera e propria festa regale, basti pensare alle sale ricevimenti che sono le più lussuose in assoluto, ad ogni evento sembra quasi che le coppie si sposino in odore di nobiltà, tutti ricchi vogliono essere o meglio vogliono apparire, ma sti soldi dove stanno? I soldi gli sposi li vogliono eccome, magari li preferiscono ai regali della lista nozze (per i soli che hanno avuto l'annuncio), perché all'interno di essa minimo ci devi mettere 800 o 1000 euro. Quando sono in cerca di soldi, i promessi sposi ti fanno arrivare il messaggio per vie traverse, poi quando ti presenti in sala a fare loro gli auguri, dopo che li porgi la busta, sai cosa ti dicono? "No, non dovevate!" Ma come, se proprio loro gli hanno chiesti i soldi! E allora che dirvi? Io non ho parole e neanche più soldi.
Riflessione: "Il matrimonio è un contratto, l'amore un sovrappiù." G. Leopardi
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mercoledì 12 novembre 2008

Sorpresa!


Chi di lingua ferisce, di lingua perisce! 
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martedì 11 novembre 2008

Autovelox


Che bella sorpresa avrà il povero contadino, quando gli sarà notificato a casa il verbale: come farà a dimostrare il contrario in sede di ricorso?
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domenica 9 novembre 2008

Serve aiuto?

A volte nel ricevere una mano, si perde .....!

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sabato 8 novembre 2008

La fretta!

La gatta frettolosa fa i figli ciechi!

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domenica 2 novembre 2008

Il tirchio e l'avaro.


Sicuramente a tutti voi sarà capitato di incontrare o avere in famiglia (ho il mio caso) e/o tra gli amici un personaggio tirchio ed avaro, voglio sottoporvi, all'uopo, dei pensieri antichi, ma ancora attuali, del filosofo Teofrasto (discepolo di Aristotele, a cui succedette nella direzione del Peripato c.d. Liceo) tratto dalla sua opera "I Caratteri", che altro non è che una incisiva e dettagliata descrizione di alcuni modelli morali, i quali costituiscono un vivo ritratto della vita del suo tempo (371-287 A.C.)
Il TIRCHIO
La tirchieria è il risparmiare esageratamente in tutto ciò "che ha a che fare con gli averi . E il tirchio è quegli che già a metà del mese si presenta già alla casa del debitore per incassare un mezzo obolo [d’interessi]. In una tavolata [alla romana] conta quanti bicchieri ciascuno ha bevuto e fra tutti gli ospiti è quello che fa l’offerta più piccola a Diana.
Se alcuno ha comperato per lui qualche cosa a buon prezzo e gli dà il conto, egli sostiene che è ancora troppo caro. Se uno schiavo gli rompe una vecchia pentola o una scodella, gli riduce il vitto per rifarsi. Se sua moglie dovesse perdere una monetina, è capace di mettere sottosopra tutto l’arredo e di perquisire letti, casse e veli. Se vende qualche cosa, mette un prezzo così alto che l’acquirente ci ricava ben poco. È chiaro che non permetto a nessuno di raccogliere fichi dal suo orto, di passare per i suoi campi o di raccogliere una sola oliva o un solo dattero caduti dai suo alberi. Ogni giorno va a controllare se le pietre di confine sono ancora al loro posto. Dai debitori pretende gli interessi per ogni ritardo e gli interessi sugli interessi. Quando gli tocca di offrire il banchetto, taglia la carne a pezzettini già prima di servirla. Se va a comperare la carne, torna a mani vuote. Alla moglie vieta di imprestare sale, lucignolo, cumino, origano e neppure orzo né bende né pasta per i sacrifici e le dice: «Anche queste piccolezze, alla fine dell’anno fanno un bel po’» . [In somma, le casse dei tirchi sono ammuffite, le chiavi arrugginite, essi portano vestiti più corti delle gambe, si ungono con ampolline piccolissime, si tagliano i capelli a raso, a mezzogiorno vanno ancora scalzi e litigano con i lavandai perché usino molta argilla e le macchie non tornino fuori].
L’AVARO SORDIDO
L’avarizia [di cui parliamo] è il darsi da fare per ottenere guadagni svergognati e questo tipo d’avaro è quello che non mette abbastanza pane davanti ai suoi ospiti e che è capace di prendere danaro in prestito dall’amico che ospita in casa. Quando fa le porzioni [della carne del sacrificio] dice che è giusto che chi fa le parti riceva una doppia porzione e subito se la fa per sé. Se vende vino ad un amico lo annacqua anche a lui.
A teatro porta i propri figli solo quando i custodi lasciano entrare gratis. Se viaggia per una ambasceria pubblica, lascia a casa il danaro avuto dalla città e si fa prestar soldi dai compagni d’ambasceria. Al suo servo poi carica sulle spalle un peso più grosso di quanto può portare e, tra tutti , è quello che gli dà meno da mangiare.
Dei regali fatta all’ambasceria pretende la sua parte e poi la rivende. Nei bagni si unge e dice allo schiavo «quest’olio che hai comperato è rancido» e si unge con l’olio degli altri. Delle monete di rame che il suo servo trova, ne pretende la metà «perché Hermes è comune» .
Egli dà il mantello a lavare, ne prende in prestito uno da un conoscente e lascia trascorrere più giorni del necessario [senza restituirlo], finché non glielo richiedono. Ed ancora: quando deve misurare le granaglie alla famiglia, egli usa ancora uno staio fidonico, per di più con il fondo infossato, e poi lo rasa ben bene. Egli vende sottoprezzo le cose di un amico che invece pensa di vender bene. Se deve restituire un debito di trenta mine, trattiene [come sconto] quattro dracme. Se i suoi figli, per malattia, non hanno potuto andare a scuola per tutto il mese, detrae l’importo corrispondente dalla mesata [del maestro]. Nel mese di Antisterione (febbraio) non li manda neppure a scuola perché ci sono troppi giorni festivi e così risparmia soldi. Quando lo schiavo gli porta i soldi per il suo noleggio, egli pretende persino la percentuale per il cambio delle monete di rame [in argento] e il contrario fa quando egli deve pagare il conto all’amministratore. Quando offre un banchetto alla sua fratrìa, pretende che i suoi schiavi vengano nutriti dalla cassa comune. Poi prende nota dei mezzi ravanelli rimasti sulla tavola così che non se li mangino i servitori.
Quando fa un viaggio con conoscenti, si serve dei loro schiavi e i propri li noleggia fuori, ma non mette il danaro nella cassa comune. Nelle cene in comune organizzate a casa sua, mette in conto agli altri anche il legno, le lenticchie, l’aceto, il sale e l’olio [delle lampade].
Quando uno dei suoi amici si sposa o dà in nozze la figlia, parte in viaggio qualche tempo prima per non dover mandare un regalo. Dai suoi conoscenti prende in prestito cose che non si possono richiedere né riottenere.
Riflessione: "L'assurdità dell'avarizia sta nel fatto che l'avaro vive da povero e muore ricco". V. Buttafava
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sabato 1 novembre 2008

2 novembre


Il 2 novembre è una data che coinvolge tutti, chi più, chi meno, ognuno di noi ha perso una persona cara, un genitore, un figlio, una moglie, un marito, un parente, un amico, un collega, un professore, un vicino, un conoscente (gli esempi non hanno fine), come non tenere a memoria il loro ricordo, nella consapevolezza della loro protezione ultraterrena? Oggi, sebbene in anticipo di un giorno, sono andato al cimitero del mio paese, non mi piace andarci, a dir il vero, sentivo dentro qualcosa che mi induceva a farlo, e comunque ho preferito andarci solo, quanta gente, quante lacrime, quanta tristezza, mi sono sentito una nullità di fronte a tanto dolore. Ho cercato di fare visita a tutti quelli che conoscevo, sicuramente qualcuno mi sarà sfuggito (e spero che mi perdoni), mentre cammini e guardi le foto delle lapidi il più delle volte si rimane sconcertati alla vista di qualcuno che magari avevi incontrato qualche giorno prima o che pensavi fosse fuori. La morte non risparmia nessuno colpisce tutto e tutti in qualunque fascia di età. Un pensiero strano e singolare comunque mi assale ogniqualvolta mi capita di visitare il camposanto: la curiosità di sapere quale sarà il punto preciso della mia sepoltura, la data della mia morte, invece,  non mi interessa saperla in anticipo,  tanto a che serve? Chiedo solo alla morte un piacere, che possa prendermi senza lasciare la mia famiglia nei casini, come è già capitato alla morte di mio padre, quando ancora ragazzino, mi ritrovai uomo dall'oggi al domani a portare le redini delle responsabiltà familiari.

Riflessione: "Sol chi non lascia eredità d'affetti, poca gioia ha dell'urna".  U. Foscolo

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venerdì 31 ottobre 2008

Sindrome da Peter Pan.

A volte mi chiedo il perchè l'uomo debba crescere e non possa rimanere bambino e soprattutto capire come fare ad essere simile a Peter Pan: forse basta solo volerlo, no?.

Riflessione: "Il bambino è la forma più perfetta di essere umano". V. Nabokov

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martedì 28 ottobre 2008

Sapersi accontentare.


Si parla di crisi, si parla di tasche vuote, tuttavia, nonostante ci siano questi grattacapo, c'è chi già sta prenotando le vacanze per le prossime festività di fine anno presso agenzie di viaggio o tour operators, infatti ci saranno alcuni che preferiranno andare in qualche posto straniero sperduto in capo al mondo a godersi il mare tropicale o la montagna in qualche famosa località sciistica europea, ed al contrario altri che rimarranno a casa con i propri problemi oggettivi e/o soggettivi che possano essere e col pensiero che magari la tredicesima non debba bastare, poichè i tanti aumenti, dai beni di prima necessità alle bollette, o dal carburante al mutuo ipotecario della casa, porteranno ad un Natale, con tutto ciò che è riconducibile alla festa stessa, sicuramente più magro di quello degli anni precedenti; io sicuramente, sapendomi accontentare per non desiderare, trarrò spunto dalla vignetta qui sopra.

Riflessione: "Non desiderare e sarai l'uomo più ricco del mondo". M. De Cervantes

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venerdì 24 ottobre 2008

L'inganno.


Il terzo millennio ha preso già a correre da un bel pezzo nel suo ex cursus temporale e bisogna ammettere, con tristezza, che ancora oggi, malgrado la civiltà si sia evoluta in ogni campo, ci sono persone di ogni ceto sociale ed età che si rivolgono per la risoluzione di problemi sentimentali, familiari, economici, scolastici, di salute, di lavoro (e chi più ne ha, più ne metta) a santoni, maghi, cartomanti e fattucchiere, ignari di immergersi in un pozzo senza fondo, dal quale molto spesso non c'è scampo, poiché questi soggetti, che ahimè popolano a gogo (Striscia la Notizia docet) anche la nostra nazione, non fanno altro che arricchirsi dalle vittime, succhiando, come vampiri, fino all'ultima goccia del loro sangue. Oggi sul treno per caso mi sono trovato ad ascoltare una conversazione tra due signore, almeno dall'aspetto distinte, che millantando l'amicizia con questi falsi profeti, vantavano di essere habitué degli ambienti legati alla magia, dove riuscivano a trovare la felicità e la serenità per vivere senza problemi. Mi sono chiesto se fossero matte, invasate o manipolate per aver sentito tali aberrazioni, ma mi chiedo se sia possibile che si debba credere di trovare la verità laddove c'è l'inganno. Quanta ignoranza regna sovrana!
Riflessione: "La vita c'inganna con le ombre come chi maneggia le marionette. Chiediamo ad essa piacere. Ce lo dona, con l'amarezza e il disinganno per residui. Incontriamo un nobile dolore che darà, crediamo, una dignità purpurea di tragedia ai nostri giorni, ma esso si allontana da noi, per far posto a sentimenti meno nobili; e in un'alba grigia e tormentata, o in una sera argentina odorosa di silenzio, ci sorprendiamo a contemplare, con meraviglia spietata e con cuore impietrito, la treccia di capelli d'oro che un tempo adorammo con tanta follia e baciammo con tanto ardore". O. Wilde
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giovedì 23 ottobre 2008

Socrate: "Io so di non sapere".


Una delle peculiarità del pensiero di Socrate che in seguito verrà elaborata da Platone è data dal dialogo, inteso come strumento conoscitivo in grado di costruire una verità attraverso lo scambio di opinioni con più interlocutori. In tal modo l'identificazione della verità non avviene più tramite la scoperta di un qualcosa ontologicamente fondato, ma per mezzo di una metodologia che assume i tratti di una gnoseologia che mira alla determinazione di un criterio interpersonale del sapere. Alla base di tale pratica conoscitiva Socrate pone l'ignoranza, ovvero la consapevolezza dei propri limiti, del "sapere di non sapere". Il primo momento del dialogo socratico viene detto protrettico ed ha lo scopo di minare le certezze dell'interlocutore attraverso un uso mirato dell'ironia, della dissimulazione e dell'ostentazione di un'apparente ingenuità. Il secondo momento è dato dall'imbarazzo a cui perviene l'interlocutore quando scopre le conseguenze dalla tesi che ha scelto di sostenere. Una volta avvenuto ciò, l'interlocutore sarà costretto a sviluppare delle teorie personali: proprio per questo Socrate definirà tale tecnica maieutica, poichè causa della nascita di nuove idee. Una delle costanti presenti nel dialogo socratico è data dalla domanda: "che cos'è?". Una tale richiesta rende possibile la determinazione di ciò che Aristotele chiamerà l'essenza delle cose, o anche il loro concetto: da un certo numero di singoli uomini, ad esempio, si può arrivare a stabilire interpersonalmente che cos'è l'uomo. Altro punto fondamentale del pensiero socratico sta nell'identificazione tra sapere e virtù, da cui discende la convinzione dell'insegnabilità della virtù. Quest'ultima, infatti, può essere definita come una scienza del bene e del male, ed ha la stessa possibilità di essere insegnata di qualunque altra disciplina: nel momento in cui si conosce la differenza tra bene e male, è impossibile agire non in conformità con la virtù. Tale affermazione sta alla base dell'intellettualismo etico di Socrate, in quanto sottende il primato della conoscenza sulla volontà, eludendo qualsiasi componente emotiva. Dal concetto socratico del bene traspare una concezione interiorizzata dell'uomo, le cui peculiarità risultano orientate verso la sua anima, considerata come la vera realtà umana, nei confronti della quale il corpo svolge una mera funzione strumentale. Il motto "conosci te stesso", quindi, viene da Socrate inteso come un'esortazione a riconoscere nell'anima la vera realtà dell'uomo e nella virtù il suo compimento. 
Riflessione: "Il diletto è dalla parte di quelli che sanno a metà".  F.W. Nietzsche
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domenica 19 ottobre 2008

Devi morire!

Ogni mattina per raggiungere la sede di lavoro devo prendere quotidianamente il pullman dalla fermata della stazione di via F. Crispi  a Bari alle ore 07.00, la prima coincidenza utile è quella del bus urbano contraddistinto dal numero 3, proveniente dal quartiere San Paolo, quando ci salgo a bordo, mi godo sempre tutti i giorni la media di quei cinque minuti di spettacolo, prima di scendere, poichè all'interno è presente un anziano arzillo ultra ottantenne bontempone ed alquanto burlone che da il meglio di se prendendo in giro i passeggeri e la gente che scorge dal finestrino e anche, e non per ultimo, il malcapitato autista che se lo ritrova sempre di fianco.  La frase più gettonata è quella di dire a chiunque che debba morire, vi lascio immaginare le comiche baresi, ci sono corna da tutte le parti, mix di parolacce autoctone, risate a squarcia gola, chi si tocca i genitali e chi lo manda a quel paese. Naturalmente anche io sono stato la sua vittima e comunque posso ammettere di essere riuscito a stopparlo avendogli risposto tempo fa che lui sarebbe morto prima di me, da quel giorno infatti quando mi vede, mi evita e passa oltre.

Riflessione: "La morte, il più atroce di tutti i mali, non esiste per noi. Quando noi viviamo la morte non c'è, e quando c'è lei non ci siamo noi. Non è nulla né per i vivi né per i morti. Per i vivi non c'è, i morti non sono più. Invece la gente ora fugge la morte come il peggior male, ora la invoca come requie ai mali che vive".  Epicuro

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venerdì 17 ottobre 2008

Il monaco che inventò la macchina del tempo.


Da molti anni gira una strana storia, che narra di un monaco Benedettino Padre Alfredo Maria Ernetti che avrebbe costruito con alcuni amici una macchina del tempo, un cronovisore, attraverso la quale lo stesso Ernetti avrebbe visualizzato eventi appartenuti al passato. Basandosi su alcuni principi della fisica che dichiarano che con il trascorrere del tempo, la vita lascia dietro di sé una doppia scia visiva e sonora, essendo l'uomo energia queste rimarrebbero impresse per sempre nell’etere. Ecco che secondo questo assunto con materiale idoneo potrebbero essere di nuovo ritrovati e rivisti. Questo apparecchio non avrebbe avuto nulla a vedere con la metafisica, ma avrebbe utilizzato antenne simili a quelle con cui si studiano e si ascoltano le stelle. La realizzazione dovrebbe avere avuto luogo negli anni 50 ma venne portata alla conoscenza della massa, da alcune riviste di misteri e successivamente da alcuni quotidiani, negli anni 70. Dopo diversi articoli che scatenarono non poche polemiche, in cui il Padre asseriva di aver visto la Passione di Cristo, fu accusato di mistificazione, e per questo il tutto venne messo a tacere e il Vaticano lo esortò al silenzio. Diversi ricercatori hanno indagato per scoprire la verità su questa macchina del tempo c’è chi sostiene che sia stata occultata dal Vaticano, chi dal governo, chi racconta che Ernetti in punto di morte abbia ammesso di aver mentito, insomma nonostante la mole di testimonianze e di documenti raccolti la verità è morta con Pellegrino Alfredo Maria Ernetti nel 1994. La figura di questo personaggio resta circondata da un'aura di mistero. Probabilmente tutto quanto egli ha sostenuto e tutto quanto si è scritto su di lui sono puro frutto di fantasia. La sua affermazione di avere effettivamente navigato nel tempo ha comunque suscitato curiosità e avviato speculazioni teoriche, fra quanti credono in fenomeni paranormali come la registrazione di voci dall'aldilà. Del resto, per molti appassionati di fantascienza, i viaggi nel tempo sono più che una semplice fantasia. 
Riflessione: "Il tempo non esiste, è solo una dimensione dell'anima. Il passato non esiste in quanto non è più, il futuro non esiste in quanto deve ancora essere, ed il presente è solo un istante inesistente di separazione tra passato e futuro".  Sant'Agostino

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domenica 12 ottobre 2008

Brekka brekka, qui stazione Ulisse.


Navigando qua e là ieri sera ho voluto trovare nella rete web qualcosa di attinente un'altra mia vecchia passione (ve le sto esternando tutte un poco alla volta), quella del CB o ricetrasmittente, proprio qualche giorno fa, infatti, io e l'amico blogger Gennaro ne facevamo nostalgica menzione; la ricerca è stata ardua, ma per fortuna sono venuto ad imbattermi in una pagina di un sito personale, dove un certo Marko, che non conosco, ma che ringrazio per aver descritto l'aspetto più positivo che si poteva dare alla generazione degli ex baracchinari, ha permesso di far riemergere da un passato non troppo lontano un hobby singolare che ha contagiato persone di ogni fascia di età e di sesso e che, purtroppo, è stato stroncato con l'avvento dei telefoni cellulari e di internet. Riporto le parole di Marko, in stralcio, nelle quali mi sono anche io immedesimato: "Vorrei esprimere la mia nostalgia e penso quella di tanti altri appassionati di elettronica, in particolare di telecomunicazioni, non quelle veloci e facili telecomunicazioni di adesso, bensì quelle degli anni 80, via etere vocali, di configurazione manuale su apparati radioamatoriali o CB. Quelle sane telecomunicazioni di ormai parecchi anni or sono. Quelle genuine fatte di chiacchiere, di risate, di discorsi impegnativi o di parole di conforto a persone che, alla loro solitudine, si affidavano alla radio. Quelle parole dette la sera dopocena e dopo una giornata di lavoro, magari d'inverno, al caldo tepore di casa e dalle alte temperature emesse da CB da 40 canali a quelli a 400, da lineari valvolari che emettevano, oltre al calore, anche un "profumo" inconfondibile. Quelle serate fatte di incontri che nel tempo potevano trasformarsi in "verticali", da cui poi nasceva una bella amicizia che si portava avanti anche solamente via radio. Quelle serate fatte di radio-contest, o quelle escursioni fatte di una caccia all'antenna. Non so Voi ma io ero davvero fiero di collegare anche soltanto una stazione a 50 km, attendevo la qsl con ansia, quando poi la ricevevo era una vittoria. Parlare con i camionisti poi era davvero uno sballo, potenze impressionanti facevano quasi esplodere lo speaker del CB contornate dagli echo + vari (effetti)".
Eh, ora la ricetrasmittente non la usa quasi più nessuno, poichè il telefonino e l'sms, internet e le chat, sono divenuti i mezzi comunicativi più diffusi; ho provato tempo fa a riaccendere il mio vecchio apparato, tenuto come un gioiello,  per vedere se qualcuno ancora fosse rimasto fedele alla frequenza 27 mhz, ed invece quello che ho sentito, dentro e fuori di me, malgrado il silenzio degli italiani, sono state solo discussioni incomprensibili fra gente straniera e l'amara delusione di non poter esordire più con il mio: "Brekka brekka, qui stazione Ulisse". 
Riflessione: "Non sempre quello che viene dopo è progresso". A. Manzoni
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venerdì 10 ottobre 2008

Noi e gli anni 80.

Con questo video, voglio far ritornare alla mente di chi è mio coetaneo, ma anche di chi non lo è, una scarellata di fotogrammi descrittivi una grande generazione passata e rimpianta da molti di "noi", ovvero quella dei mitici anni 80, quando riuscivamo a divertirci con poco ed eravamo semplicemente sereni e spensierati e vedevamo tutto con occhi diversi. Solo chi ha vissuto quegli anni puo capire fino in fondo cosa siano stati effettivamente per "noi". Ora tutto sta a "voi"!
Riflessione: "Poiché il tempo non è una persona che potremo raggiungere sulla strada quando se ne sarà andata, onoriamolo con letizia e allegrezza di spirito quando ci passa accanto". J. W. Goethe
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martedì 7 ottobre 2008

YMCA

Stasera mi va proprio di ballare, voglio dimenticare questa brutta giornata e virtualmente desidero danzare con voi, pensando di stare tutti insieme, allora let's dance!

Riflessione: "La danza è una poesia muta; la poesia è una danza parlata".  Simonide

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domenica 5 ottobre 2008

Break Dance.

Provatelo a fare anche voi! E' difficile vero? Forse vi sembrerà strano, ma al vostro amico Peppe piace questo stile dance che ancora lo appassiona sin dagli inizi degli anni 80, quando appunto la break dance sbarcò in Italia con il Rap e la Hip Hop, coinvolgendo intere generazioni di giovani. Pensare che avevo imparato bene a fare qualche passo e/o qualche mossa di questo tipo di ballo e mi divertivo per strada, a feste organizzate ed anche in discoteca insieme ad altri amici che, come me, nutrivano questa passione, ora diciamo che col crescere le ossa si sono arruginite, tuttavia non vi nascondo che, tuttora,  all'ascoltare qualche nota musicale di questo genere sono tentato a muovermi, l'unico freno è l'età.
Riflessione: "Per riacquistare la giovinezza basta solo ripeterne le follie". O. Wilde

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giovedì 2 ottobre 2008

L'orsetto.

Papi mi dai l'orsetto Winnie! E' quello che mi sento dire tutte le sere da mio figlio quando la sera riceve il saluto della buonanotte direttamente a letto. Ma perchè tutti i bimbi vogliono un orsetto nel loro letto e se lo tengono stretto stretto al loro corpicino, si sentono protetti da un amico immaginario oppure vogliono tramettere un messaggio incomprensibile a noi grandi? Io penso che la paura dei piccoli sia quella di crescere e di essere simili a noi adulti che il più delle volte riusciamo solo ad essere un pessimo esempio davanti ai loro occhi, il loro essere fanciulli è quanto di più bello si possa assaporare oggettivamente parlando, allora desumo che l'orsetto non è altro che l''alter ego di una figura genitoriale che veglia durante la notte la loro innocenza. Figlio mio, desidererei che rimanessi sempre così come sei con il tuo Winnie accanto ora, invece di altro domani, quel domani che spero possa arrivare quanto più tardi possibile, poichè allora anche tu prenderai il volo (come giusto che sia).
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martedì 30 settembre 2008

Mi piace se ti muovi...Madagascar 2.

E' da quando è uscito questo trailer che i miei figli non fanno altro che canticchiare il motivetto "mi piace si ti muovi", presente nel video qui sopra e non vi nascondo che, tra l'altro, piace anche a me. I miei bambini, infatti, stanno mettendo le crocette sul calendario, poiché non vedono l'ora di andare a vedere al cinema questo nuovo cartone, giunto alla seconda tornata, che già dalla presentazione del video si presenta molto divertente, spassoso ed esilarante, tant'è che, incuriosito, mi sono già letto la trama: "Alex il leone, Marty la zebra, Melman la giraffa e Gloria l'ippopotamo si lasciano convincere dai pinguini a tentare di lasciare il Madagascar, a bordo di un aereo improvvisato, per tornare a New York nell'amato Zoo di Central Park. Quando il piano sembra funzionare, l'aereo perde quota e il gruppo di 'civilizzati' animali precipita nel bel mezzo della selvaggia Africa nera. Le differenze tra la giungla reale e quella di cemento da cui provengono non tardano a palesarsi e la loro sopravvivenza sembra una mera illusione, ma con il passare dei giorni il gruppo si rende conto che l'Africa potrebbe essere un gran bel posto in cui vivere". E allora, cari amici internauti, vi consiglio vivamente di andarlo a vedere non appena sarà presente nelle sale cinematografiche.

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lunedì 29 settembre 2008

Torna presto!

Voglio dedicare questo post a mio cognato, militare dell'Esercito Italiano, che prossimamente ripartirà per un'ennesima missione all'estero in territorio orientale ancora teatro di guerra, a lui va la mia stima ed il mio appoggio morale per il suo ardito coraggio e per tutto quello che fa a beneficio di persone indifese, inermi e prive di libertà, a lui fa anche la mia solidarietà per il fatto di avere lasciato a casa, con cuore affranto, mia sorella, appena sposata, ed il mio nipotino di tre mesi, che non ha avuto neanche il tempo di godersi. Grazie a te ed a tutti i militari italiani che come te rischiano la vita per l'onore ed il prestigio della patria per il bene e per la pace che mancano altrove, torna presto e soprattutto sano e salvo, ciao. 
Riflessione: "Non è la libertà che manca, mancano gli uomini liberi". Leo Longanesi 


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domenica 28 settembre 2008

Il sorriso di Dio, Papa Albino Luciani


«Ieri mattina, sono andato alla Sistina a votare, tranquillamente: mai avrei immaginato quello che stava per succedere! Appena è cominciato il pericolo per me, i due colleghi che mi erano vicini mi hanno sussurrato parole di coraggio. Uno ha detto: Coraggio, se il Signore dà un peso, darà anche l'aiuto per portarlo. E l'altro collega: Non abbia paura, in tutto il mondo c'è tanta gente che prega per il papa nuovo. Venuto il momento, ho accettato....io non ho né la sapientia cordis di Papa Giovanni, e neanche la preparazione e la cultura di Papa Paolo, però sono al loro posto. Devo cercare di servire la Chiesa; spero che mi aiuterete con le vostre preghiere.»
(dal primo Angelus di Papa Giovanni Paolo I, svoltosi il giorno successivo alla sua elezione)
Oggi 28 settembre 2008 è il 30º anniversario della scomparsa del papa sorridente Giovanni Paolo I, un grande uomo per tanti, una luce folgorante in mezzo a tanto buio, come qualcuno ha osato dire, ma anche un papa scomodo per altri, che sia pur con un brevissimo pontificato, durato 33 giorni, ha lasciato all'umanità un messaggio di incontenibile bontà. Il Patriarca di Venezia, il parroco di Canale divenuto Papa è stato un eccellente catechista, parlava ai bambini perché intendessero anche i grandi, un uomo di fede, un santo, l'incarnazione di un sorriso divino, riusciva sempre a metter da parte la sua aulica e raffinata scienza per parlare anche ai più umili: «Dio tiene scritto il nostro nome sul palmo della sua mano»!

Riflessione: "L'uomo non può' vivere senza amore. Egli rimane per se stesso un essere incomprensibile. La sua vita e' priva di senso, se non gli viene rivelato l'amore". Giovanni Paolo II

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venerdì 26 settembre 2008

Un pensiero fisso.

Oggi mi sono svegliato con delle parole che riecheggiano ripetutamente nella mente dopo averle sentite in sogno questa notte: "Mi chiamo Massimo Decimo Meridio, comandante dell'esercito del nord, generale delle Legioni Felix, servo reale dell'unico vero Imperatore Marco Aurelio, padre di un figlio assassinato, marito di una moglie uccisa, e avrò la mia vendetta, in questa vita o nell'altra!" Cosa vorrà dire? Il film del Gladiatore, interpretato dal mitico Russell Crowe, l'ho visto più di tre anni fa, mi sono stupito con me stesso su come avessi ricordato bene tali parole a memoria, non so darne una spiegazione interpretativa, tuttavia non so se devo sentirmi un generale o un gladiatore, oppure, un comandante valoroso o un fiero guerriero. Una cosa posso dirvi: "Al mio segnale scatenate l'inferno!"

Riflessione: "E' molto più facile essere un eroe che un galantuomo. Eroi si può essere ogni tanto, galantuomo sempre. Guai a chi non sa portare la sua maschera". Luigi Pirandello

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mercoledì 24 settembre 2008

Il Coccodrillo come fa?

Ragazzi oggi mio figlio mi ha fatto una domanda da un milione di dollari $, che mi ha messo a ko: "Papi - mi ha chiesto - scusa, tu che dici di sapere tutto, ma il coccodrillo come fa?" Io, naturalmente, bloccato ed ammutolito, dopo anni di studi, ab imo pectore, non ho trovato le parole. Bang! :-(

Riflessione: "Non hai veramente capito qualcosa fino a quando non sei in grado di spiegarlo a tua nonna" Albert Einstein 

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lunedì 22 settembre 2008

21 dicembre 2012 - La fine (per molti)

In molti documentari tematici, come Voyager ad esempio, ultimamente non si fa altro che parlare di argomenti di tema escatologico,facendo riferimento sempre a questa data fatidica ovvero il 21/12/2012 (clikkate sulla data), che sarebbe il giorno della fine del mondo, naturalmente io prendo con le pinzette tali affermazioni, le quali per molti studiosi sono da ricondurre anche a profezie di civiltà precolombiane oltre che naturalmente a quelle di profeti del medioevo e non, come Malachia e Nostradamus tanto per citarne alcuni, anche se la lista è lunghissima. A voi miei cari amici internauti larga sentenza.

Riflessione: «Il libro dei libri inizia con un uomo ed una donna in paradiso e finisce con l'apocalisse» Oscar Wilde

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