

RIFLESSIONI FUGACI DI UN CROCIATO APULO!
Tanti nomi una sola certezza!
Riflessione: "In questo secolo il fallo diventa dottrinario" H. Michaux
Cari amici internauti, miei lettori, voglio ringraziare vivamente tutti voi che con il vostro affetto ed il vostro calore, da quando ho intrapreso questa fantastica avventura, state dando alla mia persona tanti stimoli positivi, non immaginavo che nella rete ci fosse tanta amicizia, i vostri commenti, le vostre mail, ma dico anche le vostre critiche, nelle quali mi dimostrate tanto affetto, tanta stima e vi complimentate con me, sono veramente un toccasana. Ringrazio anche quegli amici che a volte anche in forma privata in chat mi chiedono consigli e si sfogano come ad un grande fratello. Amici grazie di esistere! Vostro Peppe.
Riflessione: "L'amicizia raddoppia le gioie e divide le angosce a metà". F. Bacone
La cotognata è la marmellata di mele cotogne che viene preparata in tutta la regione Puglia sin dall’antichità. La mela cotogna ha un sapore molto acido e poco gradevole, ma è molto profumata: per questo non è adatta al consumo fresco, ma risulta molto indicata per la preparazione di marmellate, conserve e gelatine. Ve la consiglio è un ottimo dessert!
INGREDIENTI
- mele cotogne;
- zucchero, metà del peso delle mele;
- limone, almeno uno ogni 10 mele.
PROCEDIMENTO
Se le mele non sono integre, o sono danneggiate da ammaccature e bruchi, elimina le parti rovinate e tagliale in pezzi di dimensioni uniformi. Fai bollire le mele con la buccia, con il limone tagliato a fette, in acqua poco abbondante, fino a che la buccia non si screpola e la polpa si passa facilmente con una forchetta. Il limone serve a non far annerire la polpa, ed è meglio metterne di più che di meno. Una volta cotte, scolale, sbucciale e, se non lo hai fatto prima, falle a pezzetti eliminando il torsolo. Passale quindi al passaverdura (o frullale col frullatore a immersione). Pesa tanto zucchero quanto è la metà del peso delle cotogne, metti il passato di mele in una pentola, aggiungi lo zucchero e porta ad ebollizione, lasciando cuocere fino a quando la cotognata si addensa. Versa la cotognata ancora calda nelle forme, dandole uno spessore di 1-2 cm e lascia raffreddare al sole per circa una settimana, poi toglila dalle forme e fai asciugare completamente ancora per 24 ore. Per dare la forma alla cotognata possono essere usati stampi da budino, lisci o scannellati, piccoli stampini di vario tipo, purché non di alluminio. La cotognata può anche essere semplicemente tagliata in cubi e passata nello zucchero. Una volta asciutta si conserva in scatole di metallo o barattoli a chiusura ermetica. Avvolta in carta velina o cellophane e chiusa in scatole colorate è un ottima idea per un regalo originale e personalizzato.
Riflessione: "Si sa che il lavoro ha sempre addolcito la vita: il fatto è che non a tutti piacciono i dolciumi". V. Hugo
Il 2 novembre è una data che coinvolge tutti, chi più, chi meno, ognuno di noi ha perso una persona cara, un genitore, un figlio, una moglie, un marito, un parente, un amico, un collega, un professore, un vicino, un conoscente (gli esempi non hanno fine), come non tenere a memoria il loro ricordo, nella consapevolezza della loro protezione ultraterrena? Oggi, sebbene in anticipo di un giorno, sono andato al cimitero del mio paese, non mi piace andarci, a dir il vero, sentivo dentro qualcosa che mi induceva a farlo, e comunque ho preferito andarci solo, quanta gente, quante lacrime, quanta tristezza, mi sono sentito una nullità di fronte a tanto dolore. Ho cercato di fare visita a tutti quelli che conoscevo, sicuramente qualcuno mi sarà sfuggito (e spero che mi perdoni), mentre cammini e guardi le foto delle lapidi il più delle volte si rimane sconcertati alla vista di qualcuno che magari avevi incontrato qualche giorno prima o che pensavi fosse fuori. La morte non risparmia nessuno colpisce tutto e tutti in qualunque fascia di età. Un pensiero strano e singolare comunque mi assale ogniqualvolta mi capita di visitare il camposanto: la curiosità di sapere quale sarà il punto preciso della mia sepoltura, la data della mia morte, invece, non mi interessa saperla in anticipo, tanto a che serve? Chiedo solo alla morte un piacere, che possa prendermi senza lasciare la mia famiglia nei casini, come è già capitato alla morte di mio padre, quando ancora ragazzino, mi ritrovai uomo dall'oggi al domani a portare le redini delle responsabiltà familiari.
Riflessione: "Sol chi non lascia eredità d'affetti, poca gioia ha dell'urna". U. Foscolo
02 aprile 2025 | |||||
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